Intelligenza artificiale: come può essere utile al giornalismo?

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Dal corso on demand dell’Ordine dei Giornalisti per la formazione continua, dal titolo Intelligenza artificiale e giornalismo: tra opportunità e nuove problematiche, sono emersi spunti di riflessione interessanti.

Primo fra tutti, come può essere utile al giornalismo l’intelligenza artificiale.

In che modo l’IA può essere utile ai giornalisti?

É innegabile che l’intelligenza artificiale possa essere un’alleata per i giornalisti, ed è altrettanto innegabile che l’IA non ci ruberà il lavoro, a meno di scegliere di produrre un tipo di giornalismo di bassa qualità e inaffidabile.

Gli ambiti nei quali l’IA può esserci utile sono tanti:

  • può generare bozze di articoli, sintetizzare informazioni complesse, creare titoli “accattivanti”, fermo restando che si tratta di materiale grezzo, materiale che va analizzato e vagliato criticamente come solo la mente umana può fare;
  • può facilitare la ricerca di informazioni e idee, fornire spunti e suggerimenti che, come sopra, hanno necessariamente bisogno di essere verificati e approfonditi;
  • può creare versioni personalizzate di articoli o notizie per diversi pubblici e diverse piattaforme, adattando il tono, lo stile e il livello di dettaglio;
  • può tradurre rapidamente articoli o fonti;
  • può analizzare una grossa mole di dati e produrre sintesi comprensibili per scoprire trend e storie nascoste nei dati.

Quali sono i rischi dell’Intelligenza Artificiale nel giornalismo?

Come per qualsiasi altra tecnologia, anche per l’AI ci sono dei rischi:

  • Inaffidabilità delle informazioni. È bene tenere a mente che le Intelligenze Artificiali generative (come per esempio Chat GPT) sono istruite da due tipi di fonti: quelle in pubblico dominio e quelle protette dal diritto d’autore.
    Per le fonti in pubblico dominio, parliamo di materiali datati, dunque informazioni “vecchie” e intrise di pregiudizi e di bias cognitivi relativi alle epoche di redazione dei testi, non più pertinenti con i cambiamenti sociali attuali.
  • Polarizzazione e pregiudizi. Come ho appena accennato, le IA generative incorporano i pregiudizi e gli errori cognitivi (bias) presenti nei dati di addestramento.
  • Plagio. Una parte delle fonti di addestramento dell’IA riguarda i contenuti coperti dal diritto d’autore. Perciò, l’IA potrebbe generare testi molto simili, fino a sfiorare il plagio, di contenuti già esistenti.
  • Manipolazione dell’opinione pubblica. Le IA possono creare fake news, contenuti ingannevoli, testi che strizzano l’occhio alle teorie complottiste, difficili da distinguere dalle notizie verificate.

Chat GPT

Chat GPT, il programma di Intelligenza Artificiale rilasciato da OpenAI nel novembre del 2022, si basa sul Natural Language Processing (NLP), ovvero sul linguaggio naturale unito al Machine Learning.

L’acronimo GPT sta per Generative Pre-trained Transformer: genera risposte e contenuti dopo aver appreso da un ampio campione di testi.

Per questo è “trasformativo”, perché trasforma contenuti (e non solo) sulla base di testi precedentemente appresi, imitando l’architettura delle reti neurali della mente umana.

Il corpus di testi da cui ha appreso Chat GPT ha alcune caratteristiche fondamentali:

  • non è verificato;
  • il corpus di contenuti arriva fino al 2021;
  • non è inclusivo (trascina con sé tutti i pregiudizi e i bias cognitivi dell’epoca dei testi da cui ha appreso)
  • potrebbe restituire testi violenti/aggressivi/falsi

L’intelligenza artificiale è un ramo dell’informatica che rende possibile, attraverso l’applicazione di formule logiche e matematiche, la riproduzione dei risultati dei processi di ragionamento dell’intelligenza umana
Ammagamma

Etica e responsabilità dei giornalisti nell’uso dell’IA

L’intelligenza artificiale generativa può essere usata per produrre contenuti giornalistici a basso costo, sostituendo così i giornalisti in carne ed ossa, ma riducendo inevitabilmente la qualità del prodotto giornalistico.

L’uso eccessivo di IA potrebbe persino portare a una riduzione delle competenze dei giornalisti, come la capacità di attuare ricerche approfondite, di verificare le fonti e analizzare criticamente i fatti.

Ancora, la crescente presenza di contenuti creati con l’IA rende più difficile individuare e correggere le notizie false e ingannevoli, ovvero rende più difficile attuare il Fact-Checking.

Per mitigare tutti questi rischi, i giornalisti devono usare l’IA con cautela, combinandola con la loro esperienza professionale, con il rigore nella verifica delle informazioni e, soprattutto, con un approccio etico e responsabile durante la creazione di contenuti.

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1 Comments

  1. Le parole che hanno definito il mondo nel 2023 says:

    […] è stato l’anno del boom mediatico dell’intelligenza artificiale, con il lancio di numerosi nuovi strumenti resi accessibili al pubblico e il conseguente […]

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